Comunicato stampa
Kongresszentrum Kreuz, Berna, Martedì, 12.10.2101, 10:00
NO all’inasprimento estremo e inutile della legge Covid
Una larga alleanza dice NO all’inasprimento pericoloso della legge Covid
Il pericoloso inasprimento della legge Covid sul quale saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 28 novembre, porta con sé discriminazione, sorveglianza di massa e un obbligo vaccinale indiretto. Chi è a favore della democrazia svizzera e contro la divisione del paese, deve votare NO all’inasprimento della legge Covid. Questo quanto sottolineato dai responsabili della campagna “NO alla legge Covid” durante la conferenza stampa che ha dato inizio alla campagna di votazione.
Il primo relatore è stato Josef Ender. Il portavoce di Aktionsbündnis Urkantone e della campagna “NO all’inasprimento della legge Covid” ha espresso chiaramente per cosa si batte il comitato per il NO: a favore di libertà e autodeterminazione, contro divisione e discriminazione. Una ragione fondamentale per essere contrari alla legge Covid è l’ampio Contact Tracing che verrebbe introdotto. Esso obbliga la Confederazione ad una sorveglianza digitale di tutte le persone in Svizzera. Molti dati vengono raccolti. Manca, dice Ender, una regolamentazione su chi ha accesso a questi dati. Il concetto di “protezione dei dati” non viene neanche menzionato nella legge. Quale secondo punto cita il fatto che al Consiglio federale viene dato troppo potere. Gli viene infatti concesso di decidere da solo se inasprire o allentare le misure. Su questo punto Ender rincara la dose: “Questo ampliamento del potere significa uno spostamento del potere stesso dal parlamento e dal popolo al governo. Questo è antidemocratico e pericoloso.”
Sandro Meier, membro del comitato “Amici della Costituzione” e co-responsabile della campagna indica l’importanza della costituzione federale e del fatto che davanti alla legge tutte le persone sono uguali e che nessuno debba essere discriminato. L’obbligo del certificato però discrimina circa 2 milioni di persone. Il Consiglio federale ha paura di decretare un obbligo vaccinale, e di conseguenza punta su una crescente pressione attraverso il certificato. Facendo così però non fa altro che introdurre un obbligo vaccinale indiretto. Meier, quindi definisce la discriminazione attraverso l’obbligo del certificato come “contraria alla costituzione, inutile e deprecabile.”
In rappresentanza della Svizzera francese era presente Michelle Cailler, che ha fatto riferimento al fatto che gran parte della popolazione svizzera è contro la politica del Consiglio federale. Già il 13 giugno il 40% dei votanti ha detto NO alla legge Covid. Dopo le firme necessarie per il referendum sono state raccolte in tempo record. Di questo non si meraviglia nessuno. Infatti sia la libertà personale che la protezione dei dati sono in pericolo. Con il certificato Covid chi vive in Svizzera viene sorvegliato passo passo. Per Cailler, la divisione della società tra cittadini buoni e cattivi, è molto problematica.
Gzim Zymberi quale rappresentante del movimento giovanile MassVoll! si lamenta del fatto che in Svizzera si metta sempre più paura alla gente, questo preoccupa soprattutto i bambini. Egli è molto preoccupato anche per l’obbligo di certificato alle scuole superiori e alle università. I giovani vengono estromessi dalla formazione oppure costretti a vaccinarsi. Non bisogna inoltre dimenticare la montagna di debiti che le future generazioni dovranno accollarsi a causa delle misure anti-Covid che sono dannose per l’economia. Infine, Zymberi ha parlato della discriminazione di immigrate e immigrati, soprattutto provenienti dal Kosovo. Politica e media li hanno additati come responsabili per il sovraccarico degli ospedali. Una cosa indigena della democratica Svizzera, che anni fa ha accolto a braccia aperte lui e la sua famiglia. Bisogna lottare contro la discriminazione. Perciò ha chiuso la sua relazione con un appello a tutti i rappresentanti della seconda generazione, i cosiddetti secondos: “Faccio appello a tutti i secondos di impegnarsi a favore dei diritti fondamentali. Abbiamo avuto la possibilità di poter vivere in modo tranquillo in Svizzera. Ridiamo alla Svizzera ciò che merita: la libertà!”
Quale ultimo relatore ha preso la parola Daniel Trappitsch della rete Netzwerk Impfentscheid. Il fatto che il governo voglia raggiungere una quota di vaccinati più alta attraverso un obbligo, rivela che il Consiglio federale è a corto di argomenti. All’inizio si diceva che si trattava solo di salvaguardare gli ospedali da un sovraccarico. Nello stesso tempo però sono stati aumentati i letti nelle terapie intensive. Così facendo la politica, secondo Trappitsch, ha perso la sua credibilità. Malgrado i numeri continuino a calare, si vuole un ulteriore inasprimento delle misure anti-Covid con l’introduzione del certificato. Perciò Trappitsch ha fatto appello alle cittadine e ai cittadini svizzeri di fare uso dei loro diritti politici e di votare NO il 28 novembre prossimo.